In questo bombardamento di parole che ci attraversano e svaniscono in fretta c’è una parola che per 40 giorni è messa tra gli avvisi per i cristiani.
E’ una parola, che fa fatica a emergere, non dico a imporsi, ma attirare almeno un po’ di curiosità, di attenzione sul palcoscenico delle prossime giornate: “Quaresima” Sarà interessante? Val la pena? Sarà buona?
La Chiesa la chiama “tempo speciale, un tempo favorevole, tempo di grazia” tempo opportuno per riflettere su ciò che vale nella vita e ciò che è suerfluo. Riuscirà a far breccia nelle nostre giornate già stracolme di impegni, di stress, di cose importanti che ho già messo in agenda?
Papa Francesco per questa Quaresima ci augura: “Camminiamo insieme nella speranza.
E ci provoca con tre indicazioni:
– ”La parola camminare è un richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione in cui si trovano oggi intere popolazioni costrette dalle guerre, dalla siccità a migrare?
– In questo Anno Santo sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarsi con la realtà concreta di qualche migrante o pellegrino e lasciare che ci coinvolga, in modo da scoprire che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre. Questo è un buon “esame” per il viandante.
In terzo luogo, facciamo questo viaggio insieme. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari: parliamone con altri, condividiamo, sosteniamo chi tentenna. L’invito a guardare l’altro con amore è l’occasione per ricominciare, per passare la Porta Santa del cuore come pellegrini di Speranza.
Buon cammino. Padre Carlo e comunità stimmatina